Via Giuseppe Giusti è una strada del centro storico di Firenze, che va da via Gino Capponi a piazza d'Azeglio, angolo via Vittorio Alfieri; lungo il tracciato si innesta perpendicolarmente borgo Pinti.

Storia

In origine la strada era più breve: si chiamava via del Mandorlo, evidentemente per la presenza di una annosa pianta di questo frutto, e correva lungo il confine degli orti del monastero della Crocetta fino a borgo Pinti, qui chiusa dalle proprietà dei Panciatichi Ximènes. Era stato nientemeno che Lorenzo il Magnifico a dare a numerose strade della zona un nome "botanico". Con deliberazione della giunta comunale del gennaio 1868 il nome fu esteso al nuovo tratto che contestualmente era stato realizzato prolungando il tracciato fino a piazza Massimo d'Azeglio, secondo il piano regolatore interno della città redatto dall'ingegnere del Comune Luigi Del Sarto e in ragione delle necessità sorte con la nascita del nuovo quartiere della Mattonaia negli anni di Firenze Capitale (1865-1871). L'apertura del nuovo tratto sacrificò, tra l'altro, una parte dell'ex-noviziato di San Salvatore e del giardino di palazzo Panciatichi Ximenes.

La dedica al poeta di Monsummano avvenne nel maggio del 1894, quarantaquattro anni dopo la sua morte (1850), che era avvenuta proprio nel vicino palazzo di Gino Capponi, come ricorda anche una targa su via Gino Capponi.

Il primo tratto, confinante con piazza d'Azeglio, fu aperto solo alla fine dell'Ottocento.

Descrizione

Sulla via si affacciano prevalentemente edifici residenziali, alcuni di pregio, come un lato del palazzo di Gino Capponi (con l'ingresso carrozzabile del giardino), il bizzarro palazzo Zuccari, realizzazione manierista del pittore Federico Zuccari, e la sede dell'Istituto Gaetano Salvemini, affacciato su una tranquilla piazzetta alberata.

Edifici

Lapidi

Al 38, come già anticipato, si trova una lapide dedicata ai fratelli Rosselli su quella che fu la loro casa:

Francesco Bigazzi riportò nel 1887 anche un'iscrizione oggi scomparsa, che doveva trovarsi nei pressi dell'Istituto Salvemini, e che era stata tracciata con un ferro nell'intnaco dal muratore che aveva accecato la "via fra i due Orti", ovvero il prolungamento fin qui di via della Pergola. Recitava: "Nel 1786 fu / serato questa / strada da S. A. / Reale del mese otbre".

Note

Bibliografia

  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 63, n. 451;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 55, n. 506;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, II, 1977, pp. 70–72.
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

  • Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).

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